lunedì 30 novembre 2020

Catechesi sulla preghiera - 16. La preghiera della Chiesa nascente

 

PAPA FRANCESCO

UDIENZA GENERALE

Biblioteca del Palazzo Apostolico
Mercoledì, 25 novembre 2020

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Catechesi sulla preghiera - 16. La preghiera della Chiesa nascente

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

I primi passi della Chiesa nel mondo sono stati scanditi dalla preghiera. Gli scritti apostolici e la grande narrazione degli Atti degli Apostoli ci restituiscono l’immagine di una Chiesa in cammino, una Chiesa operosa, che però trova nelle riunioni di preghiera la base e l’impulso per l’azione missionaria. L’immagine della primitiva Comunità di Gerusalemme è punto di riferimento per ogni altra esperienza cristiana. Scrive Luca nel Libro degli Atti: «Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere» (2,42). La comunità persevera nella preghiera.

Troviamo qui quattro caratteristiche essenziali della vita ecclesiale: l’ascolto dell’insegnamento degli apostoli, primo; secondo, la custodia della comunione reciproca; terzo, la frazione del pane e, quarto, la preghiera. Esse ci ricordano che l’esistenza della Chiesa ha senso se resta saldamente unita a Cristo, cioè nella comunità, nella sua Parola, nell’Eucaristia e nella preghiera. È il modo di unirci, noi, a Cristo. La predicazione e la catechesi testimoniano le parole e i gesti del Maestro; la ricerca costante della comunione fraterna preserva da egoismi e particolarismi; la frazione del pane realizza il sacramento della presenza di Gesù in mezzo a noi: Lui non sarà mai assente, nell’Eucaristia è proprio Lui. Lui vive e cammina con noi. E infine la preghiera, che è lo spazio del dialogo con il Padre, mediante Cristo nello Spirito Santo.

Tutto ciò che nella Chiesa cresce fuori da queste “coordinate”, è privo di fondamenta. Per discernere una situazione dobbiamo chiederci come, in questa situazione, ci sono queste quattro coordinate: la predicazione, la ricerca costante della comunione fraterna – la carità –,  la frazione del pane – cioè la vita eucaristica – e la preghiera. Qualsiasi situazione dev’essere valutata alla luce di queste quattro coordinate. Quello che non entra in queste coordinate è privo di ecclesialità, non è ecclesiale. È Dio che fa la Chiesa, non il clamore delle opere. La Chiesa non è un mercato; la Chiesa non è un gruppo di imprenditori che vanno avanti con questa impresa nuova. La Chiesa è opera dello Spirito Santo, che Gesù ci ha inviato per radunarci. La Chiesa è proprio il lavoro dello Spirito nella comunità cristiana, nella vita comunitaria, nell’Eucaristia, nella preghiera, sempre. E tutto quello che cresce fuori da queste coordinate è privo di fondamento, è come una casa costruita sulla sabbia (cfr Mt 7,24-27). È Dio che fa la Chiesa, non il clamore delle opere. È la parola di Gesù che riempie di senso i nostri sforzi. È nell’umiltà che si costruisce il futuro del mondo.

A volte, sento una grande tristezza quando vedo qualche comunità che, con buona volontà, sbaglia la strada perché pensa di fare la Chiesa in raduni, come se fosse un partito politico: la maggioranza, la minoranza, cosa pensa questo, quello, l’altro… “Questo è come un Sinodo, una strada sinodale che noi dobbiamo fare”. Io mi domando: dov’è lo Spirito Santo, lì? Dov’è la preghiera? Dov’è l’amore comunitario? Dov’è l’Eucaristia? Senza queste quattro coordinate, la Chiesa diventa una società umana, un partito politico – maggioranza, minoranza – i cambiamenti si fanno come se fosse una ditta, per maggioranza o minoranza… Ma non c’è lo Spirito Santo. E la presenza dello Spirito Santo è proprio garantita da queste quattro coordinate. Per valutare una situazione, se è ecclesiale o non è ecclesiale, domandiamoci se ci sono queste quattro coordinate: la vita comunitaria, la preghiera, l’Eucaristia…[la predicazione], come si sviluppa la vita in queste quattro coordinate. Se manca questo, manca lo Spirito, e se manca lo Spirito noi saremo una bella associazione umanitaria, di beneficienza, bene, bene, anche un partito, diciamo così, ecclesiale, ma non c’è la Chiesa. E per questo la Chiesa non può crescere per queste cose: cresce non per proselitismo, come qualsiasi ditta, cresce per attrazione. E chi muove l’attrazione? Lo Spirito Santo. Non dimentichiamo mai questa parola di Benedetto XVI: “La Chiesa non cresce per proselitismo, cresce per attrazione”. Se manca lo Spirito Santo, che è quello che attrae a Gesù, lì non c’è la Chiesa. C’è un bel club di amici, bene, con buone intenzioni, ma non c’è la Chiesa, non c’è sinodalità.

Leggendo gli Atti degli Apostoli scopriamo allora come il potente motore dell’evangelizzazione siano le riunioni di preghiera, dove chi partecipa sperimenta dal vivo la presenza di Gesù ed è toccato dallo Spirito. I membri della prima comunità – ma questo vale sempre, anche per noi oggi – percepiscono che la storia dell’incontro con Gesù non si è fermata al momento dell’Ascensione, ma continua nella loro vita. Raccontando ciò che ha detto e fatto il Signore – l’ascolto della Parola – pregando per entrare in comunione con Lui, tutto diventa vivo. La preghiera infonde luce e calore: il dono dello Spirito fa nascere in loro il fervore.

A questo proposito, il Catechismo ha un’espressione molto densa. Dice così: «Lo Spirito Santo […] ricorda Cristo alla sua Chiesa orante, la conduce anche alla Verità tutta intera e suscita nuove formulazioni, le quali esprimeranno l’insondabile Mistero di Cristo, che opera nella vita, nei sacramenti e nella missione della sua Chiesa» (n. 2625). Ecco l’opera dello Spirito nella Chiesa: ricordare Gesù. Gesù stesso lo ha detto: Lui vi insegnerà e vi ricorderà. La missione è ricordare Gesù, ma non come un esercizio mnemonico. I cristiani, camminando sui sentieri della missione, ricordano Gesù mentre lo rendono nuovamente presente; e da Lui, dal suo Spirito, ricevono la “spinta” per andare, per annunciare, per servire. Nella preghiera il cristiano si immerge nel mistero di Dio, che ama ogni uomo, quel Dio che desidera che il Vangelo sia predicato a tutti. Dio è Dio per tutti, e in Gesù ogni muro di separazione è definitivamente crollato: come dice san Paolo, Lui è la nostra pace, cioè «colui che di due ha fatto una cosa sola» (Ef 2,14). Gesù ha fatto l’unità.

Così la vita della Chiesa primitiva è ritmata da un continuo susseguirsi di celebrazioni, convocazioni, tempi di preghiera sia comunitaria sia personale. Ed è lo Spirito che concede forza ai predicatori che si mettono in viaggio, e che per amore di Gesù solcano mari, affrontano pericoli, si sottomettono a umiliazioni.

Dio dona amore, Dio chiede amore. È questa la radice mistica di tutta la vita credente. I primi cristiani in preghiera, ma anche noi che veniamo parecchi secoli dopo, viviamo tutti la medesima esperienza. Lo Spirito anima ogni cosa. E ogni cristiano che non ha paura di dedicare tempo alla preghiera può fare proprie le parole dell’apostolo Paolo: «Questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). La preghiera ti fa conscio di questo. Solo nel silenzio dell’adorazione si sperimenta tutta la verità di queste parole. Dobbiamo riprendere il senso dell’adorazione. Adorare, adorare Dio, adorare Gesù, adorare lo Spirito. Il Padre, il Figlio e lo Spirito: adorare. In silenzio. La preghiera dell’adorazione è la preghiera che ci fa riconoscere Dio come inizio e fine di tutta la storia. E questa preghiera è il fuoco vivo dello Spirito che dà forza alla testimonianza e alla missione. Grazie.

mi basta la tua grazia

Preghiera del Mattino MARTEDI 01 DICEMBRE 2020 ❤️ Il Signore fa giustizi...

Bach: Brandenburg Concerto No. 3 in G Major BWV 1048, complete, Voices o...

giovedì 26 novembre 2020

Se saremo agnelli vinceremo, se lupi saremo vinti

  Dalle «Omelie sul vangelo di Matteo» di san Giovanni Crisostomo, vescovo   (Om. 33,1.2; PG 57,389-390)

Se saremo agnelli vinceremo, se lupi saremo vinti
Finché saremo agnelli, vinceremo e, anche se saremo circondati da numerosi lupi, riusciremo a superarli. Ma se diventeremo lupi, saremo sconfitti, perché saremo privi dell'aiuto del pastore. Egli non pasce lupi, ma agnelli. Per questo se ne andrà e ti lascerà solo, perché gli impedisci di manifestare la sua potenza.
È come se Cristo avesse detto: Non turbatevi per il fatto che, mandandovi tra i lupi, io vi ordino di essere come agnelli e colombe. Avrei potuto dirvi il contrario e risparmiarvi ogni sofferenza, impedirvi di essere esposti come agnelli ai lupi e rendervi più forti dei leoni. Ma è necessario che avvenga così, poiché questo vi rende più gloriosi e manifesta la mia potenza. La stessa cosa diceva a Paolo: «Ti basta la mia grazia, perché la mia potenza si manifesti pienamente nella debolezza» (2 Cor 12,9). Sono io dunque che vi ho voluto così miti.
Per questo quando dice: «Vi mando come agnelli» (Lc 10,3), vuol far capire che non devono abbattersi, perché sa bene che con la loro mansuetudine saranno invincibili per tutti.
E volendo poi che i suoi discepoli agiscano spontaneamente, per non sembrare che tutto derivi dalla grazia e non credere di esser premiati senza alcun motivo, aggiunge: «Siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe» (Mt 10,16). Ma cosa può fare la nostra prudenza, ci potrebbero obiettare, in mezzo a tanti pericoli? Come potremo essere prudenti, quando siamo sbattuti da tante tempeste? Cosa potrà fare un agnello con la prudenza quando viene circondato da lupi feroci? Per quanto grande sia la semplicità di una colomba, a che le gioverà quando sarà aggredita dagli avvoltoi? Certo, a quegli animali non serve, ma a voi gioverà moltissimo.
E vediamo che genere di prudenza richieda: quella «del serpente». Come il serpente abbandona tutto, anche il corpo, e non si oppone pur di risparmiare il capo, così anche tu, pur di salvare la fede, abbandona tutto, i beni, il corpo e la stessa vita.
La fede è come il capo e la radice. Conservando questa, anche se perderai tutto, riconquisterai ogni cosa con maggiore abbondanza. Ecco perché non ordina di essere solamente semplici o solamente prudenti, ma unisce queste due qualità, in modo che diventino virtù. Esige la prudenza del serpente, perché tu non riceva delle ferite mortali, e la semplicità della colomba, perché non ti vendichi di chi ti ingiuria e non allontani con la vendetta coloro che ti tendono insidie. A nulla giova la prudenza senza la semplicità.
Nessuno pensi che questi comandamenti non si possano praticare. Cristo conosce meglio di ogni altro la natura delle cose. Sa bene che la violenza non si arrende alla violenza, ma alla mansuetudine.

Responsorio
    Mt 10,16; Gv 12,36
R. Vi mando come pecore in mezzo ai lupi, dice il Signore. * Siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.
V. Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare figli della luce.
R. Siate prudenti come i serpenti e semplici come le colombe.

Meraviglioso Sei

Che cosa sono le chiavi di Pietro? Il primato secondo Mt 16, 13-20

Verdi Opera Overture - Ernani (1844)

mercoledì 25 novembre 2020

Io sono lì, disse Gesù, secoli fa, a un giovane soldato

 

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SANTA MESSA CON LA CONSEGNA DELLA CROCE DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Basilica di San Pietro, Altare della Cattedra
Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo - Domenica, 22 novembre 2020

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Quella che abbiamo appena ascoltato è l’ultima pagina del Vangelo di Matteo prima della Passione: prima di donarci il suo amore sulla croce, Gesù ci dà le sue ultime volontà. Ci dice che il bene che faremo a uno dei suoi fratelli più piccoli – affamati, assetati, stranieri, bisognosi, malati, carcerati – sarà fatto a Lui (cfr Mt 25,37-40). Il Signore ci consegna così la lista dei doni che desidera per le nozze eterne con noi in Cielo. Sono le opere di misericordia, che rendono eterna la nostra vita. Ciascuno di noi può chiedersi: le metto in pratica? Faccio qualcosa per chi ha bisogno? O compio del bene solo per le persone care e per gli amici? Aiuto qualcuno che non può restituirmi? Sono amico di una persona povera? E così via, tante domande che possiamo farci. “Io sono lì”, ti dice Gesù, “ti aspetto lì, dove non immagini e dove magari non vorresti nemmeno guardare, lì nei poveri”. Io sono lì, dove il pensiero dominante, secondo cui la vita va bene se va bene a me, non è interessato. Io sono lì, dice Gesù anche a te, giovane che cerchi di realizzare i sogni della vita.

Io sono lì, disse Gesù, secoli fa, a un giovane soldato. Era un diciottenne non ancora battezzato. Un giorno vide un povero che chiedeva aiuto alla gente, ma non ne riceveva, perché «tutti passavano oltre». E quel giovane, «vedendo che gli altri non erano mossi a compassione, comprese che quel povero gli era stato riservato», per lui. Però non aveva niente con sé, solo la sua divisa di lavoro. Allora tagliò il suo mantello e ne diede metà al povero, subendo le risa di scherno di alcuni lì attorno. La notte seguente fece un sogno: vide Gesù, rivestito della parte di mantello con cui aveva avvolto il povero. E lo sentì dire: «Martino mi ha coperto con questa veste» (cfr Sulpicio Severo, Vita Martini, III). San Martino era un giovane che fece quel sogno perché lo aveva vissuto, pur senza saperlo, come i giusti del Vangelo di oggi.

Cari giovani, cari fratelli e sorelle, non rinunciamo ai grandi sogni. Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita, ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia. Non siamo fatti per sognare le vacanze o il fine settimana, ma per realizzare i sogni di Dio in questo mondo. Egli ci ha reso capaci di sognare per abbracciare la bellezza della vita. E le opere di misericordia sono le opere più belle della vita. Le opere di misericordia vanno proprio al centro dei nostri sogni grandi. Se hai sogni di vera gloria, non della gloria del mondo che viene e va, ma della gloria di Dio, questa è la strada. Leggi il brano del Vangelo di oggi, riflettici su. Perché le opere di misericordia danno gloria a Dio più di ogni altra cosa. Ascoltate bene questo: le opere di misericordia danno gloria a Dio più di ogni altra cosa. Sulle opere di misericordia alla fine saremo giudicati.

Ma da dove si parte per realizzare grandi sogni? Dalle grandi scelte. Il Vangelo oggi ci parla anche di questo. Infatti, nel momento del giudizio finale il Signore si basa sulle nostre scelte. Sembra quasi non giudicare: separa le pecore dalle capre, ma essere buoni o cattivi dipende da noi. Egli trae solo le conseguenze delle nostre scelte, le porta alla luce e le rispetta. La vita, allora, è il tempo delle scelte forti, decisive, eterne. Scelte banali portano a una vita banale, scelte grandi rendono grande la vita. Noi, infatti, diventiamo quello che scegliamo, nel bene e nel male. Se scegliamo di rubare diventiamo ladri, se scegliamo di pensare a noi stessi diventiamo egoisti, se scegliamo di odiare diventiamo arrabbiati, se scegliamo di passare ore davanti al cellulare diventiamo dipendenti. Ma se scegliamo Dio diventiamo ogni giorno più amati e se scegliamo di amare diventiamo felici. È così, perché la bellezza delle scelte dipende dall’amore: non dimenticare questo. Gesù sa che se viviamo chiusi e indifferenti restiamo paralizzati, ma se ci spendiamo per gli altri diventiamo liberi. Il Signore della vita ci vuole pieni di vita e ci dà il segreto della vita: la si possiede solo donandola. E questa è una regola di vita: la vita si possiede, adesso e eternamente, solo donandola.

È vero che ci sono degli ostacoli che rendono ardue le scelte: spesso il timore, l’insicurezza, i perché senza risposta, tanti perché. L’amore, però, chiede di andare oltre, di non restare appesi ai perché della vita aspettando che dal Cielo arrivi una risposta. La risposta è arrivata: è lo sguardo del Padre che ci ama e ci ha inviato il Figlio. No, l’amore spinge a passare dai perché al per chi, dal perché vivo al per chi vivo, dal perché mi capita questo al per chi posso fare del bene. Per chi? Non solo per me: la vita è già piena di scelte che facciamo per noi stessi, per avere un titolo di studio, degli amici, una casa, per soddisfare i propri interessi, i propri hobby. Ma rischiamo di passare anni a pensare a noi stessi senza cominciare ad amare. Il Manzoni diede un bel consiglio: «Si dovrebbe pensare più a far bene, che a star bene: e così si finirebbe anche a star meglio» (I Promessi Sposi, cap. XXXVIII).

Ma non ci sono solo i dubbi e i perché a insidiare le grandi scelte generose, ci sono tanti altri ostacoli, tutti i giorni. C’è la febbre dei consumi, che narcotizza il cuore di cose superflue. C’è l’ossessione del divertimento, che sembra l’unica via per evadere dai problemi e invece è solo un rimandare il problema. C’è il fissarsi sui propri diritti da reclamare, dimenticando il dovere di aiutare. E poi c’è la grande illusione sull’amore, che sembra qualcosa da vivere a colpi di emozioni, mentre amare è soprattutto dono, scelta e sacrificio. Scegliere, soprattutto oggi, è non farsi addomesticare dall’omologazione, è non lasciarsi anestetizzare dai meccanismi dei consumi che disattivano l’originalità, è saper rinunciare alle apparenze e all’apparire. Scegliere la vita è lottare contro la mentalità dell’usa-e-getta e del tutto-e-subito, per pilotare l’esistenza verso il traguardo del Cielo, verso i sogni di Dio. Scegliere la vita è vivere, e noi siamo nati per vivere, non per vivacchiare. Questo lo ha detto un giovane come voi [il Beato Pier Giorgio Frassati]: “Io voglio vivere, non vivacchiare”.

Ogni giorno, tante scelte si affacciano sul cuore. Vorrei darvi un ultimo consiglio per allenarsi a scegliere bene. Se ci guardiamo dentro, vediamo che in noi sorgono spesso due domande diverse. Una è: che cosa mi va di fare? È una domanda che spesso inganna, perché insinua che l’importante è pensare a sé stessi e assecondare tutte le voglie e le pulsioni che vengono. Ma la domanda che lo Spirito Santo suggerisce al cuore è un’altra: non che cosa ti va? ma che cosa ti fa bene? Qui sta la scelta quotidiana, che cosa mi va di fare o che cosa mi fa bene? Da questa ricerca interiore possono nascere scelte banali o scelte di vita, dipende da noi. Guardiamo a Gesù, chiediamogli il coraggio di scegliere quello che ci fa bene, per camminare dietro a Lui, nella via dell’amore. E trovare la gioia. Per vivere, e non vivacchiare.

Sono qui al lodarti

Preghiera del Mattino MERCOLEDI 25 NOVEMBRE 2020 ❤️

Bach: Brandenburg Concerto No. 4 in G Major BWV 1049, complete

martedì 24 novembre 2020

Chi è il nostro angelo custode

Verdi, Nabucco: Sperate o figli - Bonaldo Giaiotti

Catechesi sulla preghiera - 15. La Vergine Maria donna orante

 

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PAPA FRANCESCO

UDIENZA GENERALE

Biblioteca del Palazzo Apostolico
Mercoledì, 18 novembre 2020

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Catechesi sulla preghiera - 15. La Vergine Maria donna orante

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Nel nostro cammino di catechesi sulla preghiera, oggi incontriamo la Vergine Maria, come donna orante. La Madonna pregava. Quando ancora il mondo la ignora, quando è una semplice ragazza promessa sposa di un uomo della casa di Davide, Maria prega. Possiamo immaginare la giovane di Nazareth raccolta nel silenzio, in continuo dialogo con Dio, che presto le avrebbe affidato la sua missione. Lei è già piena di grazia e immacolata fin dalla concezione, ma ancora non sa nulla della sua sorprendente e straordinaria vocazione e del mare tempestoso che dovrà solcare. Una cosa è certa: Maria appartiene alla grande schiera di quegli umili di cuore che gli storici ufficiali non inseriscono nei loro libri, ma con i quali Dio ha preparato la venuta del suo Figlio.

Maria non dirige autonomamente la sua vita: aspetta che Dio prenda le redini del suo cammino e la guidi dove Egli vuole. È docile, e con questa sua disponibilità predispone i grandi avvenimenti che coinvolgono Dio nel mondo. Il Catechismo ci ricorda la sua presenza costante e premurosa nel disegno benevolo del Padre e lungo il corso della vita di Gesù (cfr CCC, 2617-2618).

Maria è in preghiera, quando l’arcangelo Gabriele viene a portarle l’annuncio a Nazareth. Il suo “Eccomi”, piccolo e immenso, che in quel momento fa sobbalzare di gioia l’intera creazione, era stato preceduto nella storia della salvezza da tanti altri “eccomi”, da tante obbedienze fiduciose, da tante disponibilità alla volontà di Dio. Non c’è modo migliore di pregare che mettersi come Maria in un atteggiamento di apertura, di cuore aperto a Dio: “Signore, quello che Tu vuoi, quando Tu vuoi e come Tu vuoi”. Cioè, il cuore aperto alla volontà di Dio. E Dio sempre risponde. Quanti credenti vivono così la loro preghiera! Quelli che sono più umili di cuore, pregano così: con l’umiltà essenziale, diciamo così; con umiltà semplice: “Signore, quello che Tu vuoi, quando Tu vuoi e come Tu vuoi”. E questi pregano così, non arrabbiandosi perché le giornate sono piene di problemi, ma andando incontro alla realtà e sapendo che nell’amore umile, nell’amore offerto in ogni situazione, noi diventiamo strumenti della grazia di Dio. Signore, quello che Tu vuoi, quando Tu vuoi e come Tu vuoi. Una preghiera semplice, ma è mettere la nostra vita nelle mani del Signore: che sia Lui a guidarci. Tutti possiamo pregare così, quasi senza parole.

La preghiera sa ammansire l’inquietudine: ma, noi siamo inquieti, sempre vogliamo le cose prima di chiederle e le vogliamo subito. Questa inquietudine ci fa male, e la preghiera sa ammansire l’inquietudine, sa trasformarla in disponibilità. Quando sono inquieto, prego e la preghiera mi apre il cuore e mi fa disponibile alla volontà di Dio. La Vergine Maria, in quei pochi istanti dell’Annunciazione, ha saputo respingere la paura, pur presagendo che il suo “sì” le avrebbe procurato delle prove molto dure. Se nella preghiera comprendiamo che ogni giorno donato da Dio è una chiamata, allora allarghiamo il cuore e accogliamo tutto. Si impara a dire: “Quello che Tu vuoi, Signore. Promettimi solo che sarai presente ad ogni passo del mio cammino”. Questo è l’importante: chiedere al Signore la sua presenza a ogni passo del nostro cammino: che non ci lasci soli, che non ci abbandoni nella tentazione, che non ci abbandoni nei momenti brutti. Quel finale del Padre Nostro è così: la grazia che Gesù stesso ci ha insegnato di chiedere al Signore.

Maria accompagna in preghiera tutta la vita di Gesù, fino alla morte e alla risurrezione; e alla fine continua, e accompagna i primi passi della Chiesa nascente (cfr At 1,14). Maria prega con i discepoli che hanno attraversato lo scandalo della croce. Prega con Pietro, che ha ceduto alla paura e ha pianto per il rimorso. Maria è lì, con i discepoli, in mezzo agli uomini e alle donne che suo Figlio ha chiamato a formare la sua Comunità. Maria non fa il sacerdote tra loro, no! È la Madre di Gesù che prega con loro, in comunità, come una della comunità. Prega con loro e prega per loro. E, nuovamente, la sua preghiera precede il futuro che sta per compiersi: per opera dello Spirito Santo è diventata Madre di Dio, e per opera dello Spirito Santo, diventa Madre della Chiesa. Pregando con la Chiesa nascente diventa Madre della Chiesa, accompagna i discepoli nei primi passi della Chiesa nella preghiera, aspettando lo Spirito Santo. In silenzio, sempre in silenzio. La preghiera di Maria è silenziosa. Il Vangelo ci racconta soltanto una preghiera di Maria: a Cana, quando chiede a suo Figlio, per quella povera gente, che sta per fare una figuraccia nella festa. Ma, immaginiamo: fare una festa di nozze e finirla con del latte perché non c’era il vino! Ma che figuraccia! E Lei, prega e chiede al Figlio di risolvere quel problema. La presenza di Maria è per se stessa preghiera, e la sua presenza tra i discepoli nel Cenacolo, aspettando lo Spirito Santo, è in preghiera. Così Maria partorisce la Chiesa, è Madre della Chiesa. Il Catechismo spiega: «Nella fede della sua umile serva il Dono di Dio – cioè lo Spirito Santo – trova l’accoglienza che fin dall’inizio dei tempi aspettava» (CCC, 2617).

Nella Vergine Maria, la naturale intuizione femminile viene esaltata dalla sua singolarissima unione con Dio nella preghiera. Per questo, leggendo il Vangelo, notiamo che ella sembra qualche volta scomparire, per poi riaffiorare nei momenti cruciali: Maria è aperta alla voce di Dio che guida il suo cuore, che guida i suoi passi là dove c’è bisogno della sua presenza. Presenza silenziosa di madre e di discepola. Maria è presente perché è Madre, ma è anche presente perché è la prima discepola, quella che ha imparato meglio le cose di Gesù. Maria non dice mai: “Venite, io risolverò le cose”. Ma dice: “Fate quello che Lui vi dirà”, sempre indicando con il dito Gesù. Questo atteggiamento è tipico del discepolo, e lei è la prima discepola: prega come Madre e prega come discepola.

«Maria custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19). Così l’evangelista Luca ritrae la Madre del Signore nel Vangelo dell’infanzia. Tutto ciò che le capita intorno finisce con l’avere un riflesso nel profondo del suo cuore: i giorni pieni di gioia, come i momenti più bui, quando anche lei fatica a comprendere per quali strade debba passare la Redenzione. Tutto finisce nel suo cuore, perché venga passato al vaglio della preghiera e da essa trasfigurato. Che si tratti dei doni dei Magi, oppure della fuga in Egitto, fino a quel tremendo venerdì di passione: tutto la Madre custodisce e porta nel suo dialogo con Dio. Qualcuno ha paragonato il cuore di Maria a una perla di incomparabile splendore, formata e levigata dalla paziente accoglienza della volontà di Dio attraverso i misteri di Gesù meditati in preghiera. Che bello se anche noi potremo assomigliare un po’ alla nostra Madre! Con il cuore aperto alla Parola di Dio, con il cuore silenzioso, con il cuore obbediente, con il cuore che sa ricevere la Parola di Dio e la lascia crescere come un seme del bene della Chiesa.

 


 

Invochiamo la tua presenza

Preghiera del Mattino MARTEDI 24 NOVEMBRE ❤️ Lodi

Henry Purcell: Dido's Lament (Dido and Aeneas); Anna Dennis, soprano, wi...

lunedì 23 novembre 2020

Donaci i frutti del tuo Spirito

  Il Cristo, mediatore della nuova alleanza, ha dato a noi un sacerdozio regale, perché offriamo a Dio una lode perfetta. Uniti nella preghiera del mattino, invochiamo il nostro Salvatore:
Confermaci, Signore, nel tuo santo servizio.

Cristo, sacerdote eterno, che ci hai resi partecipi della tua comunione di amore al Padre,
- fa' che presentiamo sempre sacrifici spirituali a Dio graditi.

Donaci i frutti del tuo Spirito:
- la pazienza, la benignità e la mitezza.

Concedici di amare te, per avere in dono te, che sei l'Amore
- e donaci di bene operare per rendere tutta la vita una lode a te.

Fa' che ci dedichiamo al servizio dei fratelli,
- perché abbiano a conseguire più facilmente la salvezza.

Padre nostro.

Padre nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
 
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.


Orazione
Signore Dio nostro, che ci hai dato la grazia di giungere a questo giorno, accompagnaci oggi con la tua protezione, perché non deviamo mai verso il peccato e in pensieri, parole e opere aderiamo sempre alla tua volontà. Per il nostro Signore.

Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna.
R. Amen.

venerdì 13 novembre 2020

L'ATEISMO E LA FEDE

 Ho parlato tanto di Dio e delle Sue meraviglie. Ma tu potresti chiedermi: "Dov'è questo Dio? Non sono mai riuscito a vederlo, e inoltre una gran parte dell' umanità non crede o non pensa a Lui. Quale prova mi dai della sue esistenza, e soprattutto della sua bontà? Il male nel mondo dilaga, e in qualche modo prova che un Dio buono non c'è. E poi esistono tante religioni e tante credenza, e ognuna di esse proclama di possedere la Verità. Io mi trovo abbastanza bene in questa vita, e per ora penso al presente: se poi ci sarà una vita futura, allora penserò ad essa. Non ho intenzione di complicarmi la vita con fandonie senza prove...; i miei problemi di ogni giorno sono altri: la salute, il Covid 19, la mancanza di lavoro e di denaro, e tanti tanti altri."

Non è possibile rispondere in due parole: per ora metto qui sotto tre video che potranno chiarire un po' il problema, ma mi propongo di tornare più volte su questo argomento, in modo da fugare ogni dubbio.


Le radici psicologiche e morali dell’ateismo






Antonio Zichichi: Gli errori dell'ateismo






Prof A Zichichi: Ecco il Perchè Credo in Colui che ha fatto il mondo




DIO ESISTE? ABBI IL CORAGGIO DI CERCARE



PARLARE CON DIO

 

Gesù disse: "Chiedete e vi sarà dato"




Sono i piccoli, tutti i poveri in spirito quelli che riescono a parlare con Gesù.
Dialogare con Lui non è facile se si cerca di farlo con parole umane: nel parlare con Dio le parole e i gemiti nascono nel nostro spirito, e sono portate dagli angeli davanti al Signore: non sono pensieri umani, ma slanci del cuore. 
Cosa desidera il nostro cuore? Solo il cuore lo sa, e noi non lo sappiamo bene, anzi lo ignoriamo. Tutti i Salmi esprimono questi nostri desideri nascosti: vorremmo uscire dai lacci del mondo e starcene tranquilli con Dio, inebriati dalla sua Bontà e dal suo Amore: questo chiediamo incessantemente, e mentre lo chiediamo, ci sentiamo invasi dalla Sua Pace.
Ma c'è un altro modo di pregare: porre davanti a Dio i nostri problemi e i nostri affanni di ogni giorno, e chiedergli forza e incoraggiamento per risolverli e sopportarli. Il Signore non disdegna questa preghiera, e si fa nostro compagno di cammino. 
Quando preghi non affliggerti mai di essere troppo infantile, troppo puerile nel tuo parlare e nella tua preghiera: Gesù ama i piccoli e predilige le parole spontanee e semplici, quelle che sgorgano naturalmente dal nostro spirito: Gesù è la piccolezza di Dio, Gesù bambino è il nostro grande Signore.

Mozart Piano Concerto No.17 in G major 1 parts / cadence Elisey Mysin




giovedì 12 novembre 2020

LA VIA DELLA FELICITA'

 Quando il nostro cuore non riesce a sintonizzarsi e mettersi in comunione con Gesù, siamo presi da un malessere esistenziale, e tutto ci sembra vano e inutile.

Essere in sintonia con Dio significa essere immersi nella Preghiera. Non sempre possiamo pregare e contemplare, ma sempre possiamo tenerci uniti al Signore con un costante slancio verso di Lui del nostro cuore e del nostro pensiero.

Questa è la più grande gioia che possiamo provare in questa vita: Dio è infinito, immensa è la sua Bontà, e la Sua Bellezza è così meravigliosa che non si può descrivere.

Anche se qui sulla terra non potremo mai contemplare il Suo Volto, potremo però stargli accanto ed essere riscaldati dal fuoco del suo immenso amore.

Non si può spiegare a parole come ciò sia possibile, ma ognuno di noi può raggiungerlo, perchè Dio stesso infonde in noi la sua Grazie e i suoi Doni, e questo ci trasforma profondamente, e ci rende pian piano capaci di gustare l'amore che Egli ha per noi.

Se non interviene lo Spirito Santo, con tutta la Sua potenza, tutte le parole e tutti i discorsi su Dio scorreranno via come un torrente sulla nuda pietra: si comprende più in un istante, con la luce della Grazia, che in molti anni con lo studio di centinaia di libri: il Signore è vivente, e si manifesta con amore a tutti quelli che lo cercano, donando loro la felicità in tutte le vicende di questa vita.

C'è però un altro modo per essere sempre in comunione con Dio: con la Sua incarnazione, passione, morte e risurrezione Cristo si è unito misteriosamente ad ogni uomo; in ogni essere umano noi possiamo vedere e incontrare Cristo!

Gesù è presente nei nostri familiari, nei nostri amici, nei poveri, nei ricchi, e perfino nei nostri nemici: anche loro sono amati da Dio e sono destinati, se si convertono e camminano per la retta via, al Paradiso.

Quindi tu, che come me hai fame e sete di conoscere Dio e di vedere il Suo volto, non disperare e non credere che l'impresa sia impossibile: se non riesci ancora a contemplarlo, lo troverai in tutti quelli che incontri: il Signore è un Dio vicino!

Perciò il comandamento di amare il prossimo come noi stessi, anzi come Cristo ci ha amato, non è impossibile nè astruso, perchè Cristo è presente e vive in tutti noi!


La vecchietta che aspettava Dio...Da leggere!



martedì 10 novembre 2020

COME E' DIFFICILE AMARE

 Noi tutti pensiamo e diciamo di amare, e siamo anche convinti di amare...,ma è proprio così? E' tanto facile amare?

Amare gli altri per sè non è amore, e non è amore neanche l'infatuazione momentanea: amare significa perdersi nella persona amata, volere il suo bene, essere pronti a soffrire per lei. Già un amore così è difficile da trovarsi, è una meta ardua e rara a riscontrarsi...

Ma l'amore che porterà te e me in Paradiso è molto di più: significa amare Dio solo sopra ogni cosa, e amare gli altri, tutti gli altri per amor di Dio.

Che significa amare gli altri per amor di Dio? Vuol dire che noi diciamo a Dio: " Io ti amo, perchè sei Bontà infinita; e, poichè Tu, che sei infinitamente buono, ami tutte le persone che hai creato, anche io le amo, perchè sono tue, perchè sono belle ai tuoi occhi..., non le amo perchè mi sono care o gradite, ma perchè sono care e gradite a Te."

Questo è molto difficile, anzi è impossibile per noi senza che Dio ci doni Lui questo amore; e vediamo quali sono gli ostacoli.

Innanzitutto le antipatie istintive, i piccoli rancori, gli odi larvati derivanti da parole cattive e sgarberie, le piccole ingiurie, per non parlare del vero odio che nutriamo verso i nostri nemici, e talvolta anche verso gli amici.

Quante facce ci sono odiose e insopportabili, quanti modi di fare ci indispettiscono! Come si fa ad amare?

Senza l'aiuto di Dio è impossibile, ma ci sono alcune cose che possiamo fare e capire noi per amare veramente tutti in Dio, e incominciamo a elencarne qualcuna, almeno una.

Troppo spesso noi siamo influenzati dagli atteggiamenti, dalle sembianze corporee, dalle parole e dai modi di comportarsi delle persone che ci circondano: questo è naturale, umano, ma è un grave errore: il corpo, gli atteggiamenti, le parole e altre cose simili non sono la persona, ma la sua abitazione terrestre, fisica e psichica: l'intimo della persona che ci sta difronte ci è nascosto, e noi vediamo soltanto l'abitazione terrestre di questo loro io segreto. 

Questa abitazione è ingannevole, se attraverso di lei vogliamo giungere alla persona. Le nostre antipatie e cose simili possono essere dovute al bagaglio fisico e psichico della persona che ci sta davanti, ma il suo io profondo non lo conosciamo: solo Dio lo conosce, e noi sappiamo che lo ama infinitamente di un amore eterno. 

Gli anni passano, i peccatori spesso divengono santi, e di contro chi ci era simpatico diventa un vecchio o una vecchia ripugnante e cadente..., ma il suo Io è amato immensamente dal Signore. 

Se rifletti un po' troverai che è così: noi non possiamo non amare chi è amato da un eterno amore, anzi dobbiamo amarlo soprattutto o soltanto perchè l'Eterno Amore, che ama noi, ama allo stesso modo anche lui.

Questo è il vero amore in Dio, ed è anche la Porta principale che dà ingresso al Paradiso in Cielo e al Paradiso in Terra!

Signore, io non posso non amare ciò che Tu ami, perchè sei Tu il mio Tutto, la ragione e il fondamento di ogni vita; anche se mi trovo difronte a corpi e menti malvage e ripugnanti, io so che Tu ami immensamente coloro che in essi abitano, e che il tuo amore per loro tende a cambiarli, e comunque rispetta la loro libertà. Anche io li amerò per cambiarli e per rispettare la loro libertà, e li amerò per Te e in Te. Così sia.



I consigli di Padre Pio

"Non sforzare la Fede, crescerà se pregherai ogni giorno"

Perché l'olio della Sapienza non si presta: le vergini di Mt 25, 1-13

CAMMINIAMO INSIEME VERSO IL PARADISO

 Quale meta è più desiderabile del Paradiso? E' la piena Comunione con Dio, la partecipazione alla Sua immensa Vita, l'appagamento di tutti i nostri desideri, la Felicità che neanche abbiamo sognato nè immaginato.

Il Paradiso non verrà come uno sconosciuto: già qui, su questa povera terra, in questa nostra misera vita, possiamo gustare un anticipo del Paradiso: la gioia e la pace di chi non ha preoccupazioni perchè confida pienamente in Dio. Oltre a questo, possiamo gustare fin da ora gli innumerevoli doni che il Signore ci fa: tutta la natura, tutte le cose, tutte le persone, vicine e lontane: tutto è per noi fin da ora un dolce Paradiso. E' vero che proviamo anche sofferenze e croci di ogni genere, ma queste sono private del veleno della ribellione e del rimpianto che è proprio del mondo: le nostre tribolazioni sanno di divino, perchè ci uniscono al sacrificio di Gesù, e servono di espiazione per noi e per il mondo intero. Se ancora non provi queste cose, chiedi a Dio di rafforzare e rinvigorire il tuo spirito, e a poco a poco la Terra diverrà per te il marciapiede del Paradiso.

E così, radicati e fondati nell'Amore, tu ed io già camminiamo verso la Patria Celeste, già in qualche modo la vediamo e ne assaporiamo i frutti, ma la sua pienezza ci è ancora nascosta: occhio non vide, orecchio non udì, nè mai entrò in cuore di uomo quello che Dio ha preparato per tutti coloro che lo amano!

La via del Paradiso, su cui camminiamo, non è una strada larga nè un'autostrada: è un piccolo sentiero che sale su per la collina, un sentiero che i più non percorrono e disprezzano, perchè stretta è la porta e angusta la via che conduce alla Vita, e pochi sono quelli che la trovano. E' una via e una porta stretta, non tanto perchè cosparsa di spine, quanto per l'umiltà e la piccolezza di chi la trova e la percorre: la pratica chi è come un bambino, chi si affida, chi non confida in se stesso e nelle proprie forze, chi è cosciente e sopporta le proprie debolezze e fin anche i propri peccati, confidando nella bontà misericordiosa di Dio che ci ama e ci guida.

Il calore del sole bruciante batte su questo sentiero che conduce in Paradiso, ma ciò che importa? Il fervore dell'amore e la costante Speranza annullano e sopraffanno la fatica e il dolore: siamo oppressi ma non schiacciati, perseguitati ma non abbandonati, feriti ma non uccisi, perchè portiamo sempre in noi l'obbrobrio e la gloria di Cristo nostro Signore e nostra Guida!


Il Paradiso non è riservato a pochi, ma è accessibile a tutti. Ciò non significa però che il Cammino sia facile: siamo noi che lo rendiamo aspro e difficile, andando dietro ai nostri capricci perversi, e inseguendo le fallaci lusinghe del mondo: molti saranno i chiamati, ma pochi gli eletti. Tutto dipende da noi, perchè Dio riversa la sua Grazia su tutti, e vuole che tutti giungano alla Meta. Ma allora come si spiega che pochi sono gli eletti? Chi può opporsi e rendere vani il disegno e il volere di Dio? Siamo proprio noi uomini che abbiamo questo bieco potere, perchè ci è stata donata una libertà che può contrastare il piano divino: Dio non ha voluto dei burattini senza libertà: ha voluto figli liberi e consapevoli, liberi anche di rifiutarlo per sempre. Ma tutto questo, questo mistero di iniquità, non ci riguarda, o almeno non riguarda te e me, perchè vogliamo con tutta l'anima e con tutte le forze affidarci a Dio e arrivare in Paradiso!

Il Paradiso parla poco alla nostra povera immaginazione, che è rinchiusa negli stretti limiti dello spazio e del tempo, ma parla molto al nostro cuore: quando pensiamo al Paradiso non riusciamo a immaginarcelo, ma sentiamo scendere nel nostro cuore una pace e un sentimento di gioia e felicità che nessuna cosa di questo mondo riesce a farci provare. La gioia del mondo è tumultuosa e fugace, mentre quella di Dio è immensa, stabile e piena di pace. Non si può insegnare a nessuno che cos'è e come è fatto il Cielo, ma tutti ne portano l'immagine impressa indelebilmente nel loro cuore, e lo desiderano come un assetato desidera una fonte di acqua. Perciò, se hai sete di Dio, non scoraggiarti e non dubitare del Cammino, perchè arriverai dove vuoi giungere e dove Dio stesso vuole che tu arrivi: pensa che sei stato creato per questo! 



lunedì 9 novembre 2020

Io Caterina. FILM di Santa Caterina da Siena (1957)

Il miracolo delle nozze di Cana - La Vita di Gesù e i suoi insegnamenti ...

Preghiera del Pomeriggio LUNEDI 09 NOVEMBRE ❤ Vespri Festa Dedicazione d...

LE RAGIONI DEL CUORE

" Settembre...andiamo, è tempo di emigrare". Per te e per me è sempre tempo di emigrare, e dovremmo sempre essere preparati al grande Passaggio, alla nostra Pasqua. Non si tratta certo di augurarci la morte, nè di sottovalutarla, ma di accettare serenamente e con fiducia la realtà di questa nostra breve e fugace vita terrena.

E se dopo non ci fosse nulla? E' impossibile, sia perchè ci è stato rivelato da Dio, sia perchè il nulla è un'astrazione che non esiste nella realtà, ed anche perchè tutti abbiamo il desiderio profondo di un'altra vita: la sete non esisterebbe se non ci fosse l'acqua. Ma tu potresti dirmi: per ora io penso a questa vita, e ci sto bene dentro; poi, se verrà, se ci sarà, penserò all'altra vita, quando mi ci troverò.

Il ragionamento sembrerebbe a prima vista buono, ma rivela presto tutta la sua inconsistenza: il tipo di vita che verrà dipende strettamente da come abbiamo vissuto questa vita terrena: se avremo amato, saremo nell'amore, e se avremo odiato, resteremo nei lacci dell'odio. Ma io non vorrei essere troppo semplicistico, nè discostarmi troppo dalla Rivelazione divina. Se infatti ci discostiamo da essa, tutte le ipotesi sono buone: nel mondo esistono infinite risposte pseudo razionali a questo interrogativo. Ma perchè credere alla Rivelazione di Dio? Bisognerebbe approfondire il discorso e giungere fino alle fondamenta: ma noi seguiamo il cuore, cioè il nostro io profondo, che non può sbagliare, e che noi nemmeno conosciamo. Non lo conosciamo, eppure il nostro Cuore ci parla in ogni momento e ci dice: Dio c'è, e anche l'altra vita c'è. Pascal dice che il cuore ha delle ragioni che la nostra ragione non conosce.


Dio ti ha dato una ragione per giudicare, una volontà libera per decidere, una coscienza per illuminarti e stimolarti. Il giudizio sulla bontà o immoralità della tua condotta interiore viene elaborato dal tribunale della tua coscienza, ed è un giudizio al quale non puoi sfuggire. 

Quando agisci contro la tua coscienza, agisci coscientemente contro Dio, e questo è l’essenza della colpa. La coscienza è il santuario intimo dove conosci te stesso nel confronto con Dio e col prossimo. Nulla ti è più intimo della tua coscienza. 

È lo spirito che sta dentro di te e ti guida; ti rende consapevole della tua unione con Dio. Dio, creandoti a sua immagine, ti ha fatto dono della coscienza perché l’immagine possa rispecchiare fedelmente il suo modello. Gli imperativi della legge divina li cogli e li conosci attraverso la coscienza, che sei tenuto a seguire fedelmente per raggiungere il tuo fine che è Dio (Dignitatis humanae, 3). 

Anche quando tu volessi non riusciresti a togliertela di dosso; con essa percorrerai il cammino della vita, e ugualmente con essa, testimone veritiero e incorruttibile, ti presenterai al giudizio di Dio. Nella tua coscienza ascolti Dio che parla e gli rispondi. Tu sai benissimo che nella vita morale è in gioco l’agire della tua coscienza che in tono imperioso reclama obbedienza a un appello divino. 

Nell’intimo della coscienza scopri una legge che non sei tu a darti, ma alla quale devi obbedire. Hai una legge scritta da Dio dentro il tuo cuore; obbedire a essa è la tua stessa dignità e secondo questa sarai giudicato (cf Rm 2, 14-16; Gaudium et spes, 16). Nessuno può forzarti ad agire contro la tua coscienza, né può impedirti, entro debiti limiti, ad agire in conformità con essa (Dignitatis humanae, 2). 

L’obbedienza anche a una coscienza erronea costituisce la via per raggiungere la luce (cf 1 Cor 8; Rm 14); tuttavia, solo una coscienza buona, pura (cf 1 Tm 1, 5), irreprensibile di fronte a Dio e agli uomini (cf At 24, 16) è in grado di giudicare o dirimere i tuoi comportamenti morali. 

Confronta costantemente la tua coscienza con la legge morale scritta nel cuore e con la legge affidata da Dio alla sua Chiesa; sforzati di cercare la verità e il bene morale perché la tua coscienza sia retta e vera. Sei libero di seguire la tua coscienza, ma non lo sei altrettanto nella formazione della medesima. Questo tuo dovere è tanto più grave quanto maggiore è il male che può derivare da una coscienza erronea. La fonte interiore della coscienza, infatti, può inquinarsi, questo intimo foro giudicante può lasciarsi corrompere, quest’occhio scrutatore può essere accecato (cf Mt 6, 23; Lc 11, 34). 

Se hai perduto la tua via, rientra in te stesso, stimola la tua coscienza, lascia le vie perverse e nutri desideri celesti. Subisci ogni giorno il giudizio della tua coscienza, giudica il tuo operato, confrontati con gli insegnamenti del Signore e gli esempi dei santi, accusa te stesso e castigati con la penitenza. 

Al tribunale della coscienza, l’accusatore e il giudice sono un tutt’uno. Non fare come i reprobi che passano a occhi chiusi nel male che compiono e solo se ne accorgeranno quando saranno puniti. Te infelice, se le tue cose esterne e fugaci ti terranno così occupato da distoglierti dal riflettere su te stesso.


Se tu potessi conoscere il tuo Cuore! Questo nostro centro nascosto ha una voce che si articola in parole non umane, ma più comprensibili per noi di qualsiasi altro discorso. Il nostro Cuore parla sempre, in tutti i momenti, ed è la voce della Coscienza: siamo noi che, indaffarati come siamo, non prestiamo ascolto, o addirittura la mettiamo a tacere. La Coscienza però va educata alla luce della Verità, della Parola di Dio, e degli insegnamenti preziosi della sua Chiesa. Però, anche quando la nostra coscienza è erronea, noi la dobbiamo ascoltare, perchè così essa si rimette sulla retta via.

Questo nostro Cuore, questa Coscienza, è un dono inestimabile, che ci rende Dio sempre vicino e la Verità sempre a portata di mano. Io cerco sempre di leggere un brano del Vangelo ogni giorno: contiene inesauribili insegnamenti e verità sempre nuove.

Il Cuore è la via della Felicità, anche qui in terra: chi va col cuore Dio lo aiuta. Accettiamo con pace i rimproveri della nostra coscienza, e cerchiamo di non fermarci nel nostro cammino, perchè le soste sono molto pericolose.

Come vorrei che tu ed io giungessimo in quella nostra Patria che in bellezza e splendore supera ogni nostro desiderio! Ci arriveremo, se Dio vuole, dopo aver superato tutti gli ostacoli che i nostri nemici spirituali pongono ogni giorno sul nostro sentiero. Abbiamo molte armi per difenderci, ma soprattutto ci serve la continua immersione in Dio, e il fermo proposito di conformarci e uniformarci sempre alla Sua Santa Volontà.



Beati Voi - Don Fabio Rosini sulle Beatitudini


domenica 8 novembre 2020

UN NUOVO GIORNO PER AMARE

 E' nato un nuovo giorno per noi, tante ore per gustare la bontà del Signore, e per abbracciare la Sua Croce. Una nuova giornata per amare tutti, anche chi ci è antipatico, anche tutti quelli che non ci amano. Questo comandamento dell'Amore del prossimo è misterioso: come possiamo amare chi ci sfrutta, chi ci divora, chi ci percuote in faccia? Si, li possiamo amare perchè sono creature di Dio, che li ha pensati e voluti, e che attende la loro conversione che accrescerà la nostra gioia. Quanti malfattori sono poi diventati santi! Dio è amante e paziente, sa attendere a lungo, e vuole che tu ed io, col nostro amore incondizionato, cooperiamo alla conversione dei peccatori, amandoli, così come tanti e tanti, nella nostra vita, hanno cooperato alla nostra conversione. 

Perchè quindi dobbiamo amare tutti? Perchè Dio, che è infinitamente buono, li ama e li ha sempre amati, e attende che in loro nasca il fiore profumato del pentimento. Questo è l'amore soprannaturale, che nessun essere umano può avere o procurarsi da sè, ma che è il dono prezioso del Dio d'amore. Non ci stanchiamo mai di domandare a Dio il dono di questo amore per il nostro prossimo, anche se spesso, per la nostra debolezza e miseria, siamo tanto lontani dall'amare: è un cammino lungo e faticoso, dove si portano le croci dell'indifferenza e dell'astio, ma è un cammino cosparso dei fiori profumati della Grazia del Signore!


L'Amore! Un'intera Enciclopedia non basterebbe a descrivere l'Amore che Dio ha per noi. Un amore completamente gratuito, immenso, che si compiace di vederci nascere, crescere, e passare dalla morte alla Vita vera, senza tramonto.

Se ti guardi attorno, capirai che ogni persona o cosa che ti circonda è dono di Dio, è pensata proprio per te. Tu puoi avere l'illusione di essertela procurata con la tua intelligenza e con il tuo lavoro, ma devi comprendere che l'intelligenza e la forza di lavorare te le ha donate Dio, momento per momento. Egli è il Donatore, è l'Artefice di tutto il tuo mondo. Puoi avere la sensazione della sua assenza, ma questo viene soltanto dal fatto che non hai prestato attenzione, che non hai riflettuto, che non hai accolto la Sua Presenza, o più semplicemente che hai creduto che Dio si manifesti alla maniera umana. Certo Dio può manifestarsi anche così, e anzi si è incarnato in un uomo come te, ma abitualmente Dio ti parla nel profondo, nell'intimo del tuo cuore, che neanche tu conosci, e che Egli solo scruta e comprende appieno.

Abituati al Suo linguaggio silenzioso, sappi intendere le Sue parole e le Sue ispirazioni, che sono rivolte proprio a te, e a te solo. Se farai pian piano questo, Dio diventerà l'unico vero amico per te, e non potrai vivere senza di Lui, come Lui non vuole fare a meno di te: sei con Lui da sempre!


Certo il mondo affascina e distrae: non passa giorno che non siamo tutti presi da tanti interessi e preoccupazioni. In questo, con l'aiuto del Signore, dobbiamo allenarci ogni giorno a pensare sempre più a Lui. Ma come si fa, concretamente, a pensare a Lui? Non è difficile, anzi è molto semplice: basta vedere e guardare ogni cosa, tutto quello che ci circonda, con uno sguardo di fede e di amore: siamo circondati da tutto un mondo fatto da Dio e per Dio. Come è bello passeggiare in una strada o in un prato, pensando che quel prato Dio lo ha creato per me, per te, oggi, in questo momento; perchè da sempre Egli ha voluto che fosse tuo, a tua disposizione, proprio oggi che ci stai camminando sopra. Anche la tua auto è stata creata per te: le tante persone che ne hanno fabbricato i componenti hanno lavorato per te: loro inconsapevolmente, ma Dio sapeva da sempre che avrebbero lavorato per te. Se ci pensi un po', ti renderai presto conto di questa meraviglia, e delle tante altre che ti riserva la meditazione del Creato: il Signore ci è vicino e non ci abbandona mai, nemmeno nelle vicende dolorose, perchè la sofferenza è un grande dono che apre gli occhi del nostro spirito e li abitua a guardare in alto, alla Verità, alla Felicità di non essere e di non sentirsi soli!


Gesù Vuole Parlarti e Risolvere i Tuoi Problemi Ascolta Cosa ci Dice



UN NUOVO GIORNO PER AMARE

 E' nato un nuovo giorno per noi, tante ore per gustare la bontà del Signore, e per abbracciare la Sua Croce. Una nuova giornata per amare tutti, anche chi ci è antipatico, anche tutti quelli che non ci amano. Questo comandamento dell'Amore del prossimo è misterioso: come possiamo amare chi ci sfrutta, chi ci divora, chi ci percuote in faccia? Si, li possiamo amare perchè sono creature di Dio, che li ha pensati e voluti, e che attende la loro conversione che accrescerà la nostra gioia. Quanti malfattori sono poi diventati santi! Dio è amante e paziente, sa attendere a lungo, e vuole che tu ed io, col nostro amore incondizionato, cooperiamo alla conversione dei peccatori, amandoli, così come tanti e tanti, nella nostra vita, hanno cooperato alla nostra conversione. 

Perchè quindi dobbiamo amare tutti? Perchè Dio, che è infinitamente buono, li ama e li ha sempre amati, e attende che in loro nasca il fiore profumato del pentimento. Questo è l'amore soprannaturale, che nessun essere umano può avere o procurarsi da sè, ma che è il dono prezioso del Dio d'amore. Non ci stanchiamo mai di domandare a Dio il dono di questo amore per il nostro prossimo, anche se spesso, per la nostra debolezza e miseria, siamo tanto lontani dall'amare: è un cammino lungo e faticoso, dove si portano le croci dell'indifferenza e dell'astio, ma è un cammino cosparso dei fiori profumati della Grazia del Signore!

sabato 7 novembre 2020

Le parole della fede, 4 novembre 2020 - Quali sono le verità essenziali ...

LODIAMO IL SIGNORE, CON TUTTA L'ANIMA

 Ho sempre in cuore un grande desiderio di lodare il Signore: lodarlo per tutte le sue opere, per le sue meraviglie delle quali è pieno l'Universo, e per tutti i portenti che ha operato nella mia vita, e anche in quella di tutti gli uomini.

Vorrei tanto che a questa lode, che risuona in tutto il Creato, ti unissi anche Tu, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le tue forze.

Forse tu già lo lodi e lo benedici, unendoti alla Lode degli Angeli, perchè hai scoperto che questo atteggiamento dell'anima che si immerge nella Lode di Dio ti dà una grandissima Gioia!

Il Signore Dio nostro deve essere lodato e ringraziato in tutto, anche negli eventi dolorosi, perchè la sofferenza accettata per Suo amore è la porta d'ingresso del Paradiso!


Come vorrei che tu ed io vivessimo sempre in una relazione viva di preghiera con il Signore: tutta la nostra vita sarebbe trasformata, e ben presto ai nostri occhi il mondo stesso apparirebbe diverso, purificato da tutto il male.

Comprendo che ciò sembra impossibile a chi non ne ha fatto esperienza, e non conosce la forza meravigliosa e dolce che la Preghiera esercita su tutto l'Universo..., ma tu, che in questo momento leggi, forse sei convinto che il Signore ha il potere di trasformare tutto in Gioia, e che la Felicità, anche in questa nostra breve esistenza, è alla portata di tutti quelli che vogliono seguirlo e appartenergli.

Coraggio, dunque, e cominciamo il grande viaggio dell'Alleanza con Dio: nulla vi è di più grande e splendido di questo!


Sotto il peso degli affanni e tra le angosce del dolore, che sono una Croce benedetta, comune a tutti gli uomini, ricorriamo, tu ed io, fiduciosamente a Dio: o Signore, Tu sai, Tu puoi, Tu vedi, Tu provvedi.

Per noi serbiamo soltanto la gioia di essere sorretti e consolati in tutte le nostre prove, perchè Tu, Signore Dio nostro, hai preparato per noi un Regno fin dalla fondazione del mondo, e ne hai affidato a noi le chiavi: se vorremo, se ti seguiremo, se ameremo con tutto il cuore, quella Porta si aprirà davanti a noi, e alla nostra vista apparirà un Universo sconfinato di Gioia e di Pace: ne potremo contemplare i riflessi meravigliosi fin da ora, fino da questi giorni che sono per noi tempo di esilio, seminati come siamo in terra straniera.

Si, perchè la Felicità che ci hai promesso è così grande che emana il suo splendore molto lontano: esso raggiunge anche i più bui meandri di questa nostra misera vita, e ci grida: Coraggio, avanti, avvicinatevi e vi sazierò di Beni!


Don Luigi Maria Epicoco - Dio, se ci ami, perché la sofferenza?




LODIAMO IL SIGNORE, CON TUTTA L'ANIMA

 Ho sempre in cuore un grande desiderio di lodare il Signore: lodarlo per tutte le sue opere, per le sue meraviglie delle quali è pieno l'Universo, e per tutti i portenti che ha operato nella mia vita, e anche in quella di tutti gli uomini.

Vorrei tanto che a questa lode, che risuona in tutto il Creato, ti unissi anche Tu, con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le tue forze.

Forse tu già lo lodi e lo benedici, unendoti alla Lode degli Angeli, perchè hai scoperto che questo atteggiamento dell'anima che si immerge nella Lode di Dio ti dà una grandissima Gioia!

Il Signore Dio nostro deve essere lodato e ringraziato in tutto, anche negli eventi dolorosi, perchè la sofferenza accettata per Suo amore è la porta d'ingresso del Paradiso!


Come vorrei che tu ed io vivessimo sempre in una relazione viva di preghiera con il Signore: tutta la nostra vita sarebbe trasformata, e ben presto ai nostri occhi il mondo stesso apparirebbe diverso, purificato da tutto il male.

Comprendo che ciò sembra impossibile a chi non ne ha fatto esperienza, e non conosce la forza meravigliosa e dolce che la Preghiera esercita su tutto l'Universo..., ma tu, che in questo momento leggi, forse sei convinto che il Signore ha il potere di trasformare tutto in Gioia, e che la Felicità, anche in questa nostra breve esistenza, è alla portata di tutti quelli che vogliono seguirlo e appartenergli.

Coraggio, dunque, e cominciamo il grande viaggio dell'Alleanza con Dio: nulla vi è di più grande e splendido di questo!


Sotto il peso degli affanni e tra le angosce del dolore, che sono una Croce benedetta, comune a tutti gli uomini, ricorriamo, tu ed io, fiduciosamente a Dio: o Signore, Tu sai, Tu puoi, Tu vedi, Tu provvedi.

Per noi serbiamo soltanto la gioia di essere sorretti e consolati in tutte le nostre prove, perchè Tu, Signore Dio nostro, hai preparato per noi un Regno fin dalla fondazione del mondo, e ne hai affidato a noi le chiavi: se vorremo, se ti seguiremo, se ameremo con tutto il cuore, quella Porta si aprirà davanti a noi, e alla nostra vista apparirà un Universo sconfinato di Gioia e di Pace: ne potremo contemplare i riflessi meravigliosi fin da ora, fino da questi giorni che sono per noi tempo di esilio, seminati come siamo in terra straniera.

Si, perchè la Felicità che ci hai promesso è così grande che emana il suo splendore molto lontano: esso raggiunge anche i più bui meandri di questa nostra misera vita, e ci grida: Coraggio, avanti, avvicinatevi e vi sazierò di Beni!


Hai mai sentito il bisogno di una Parola che illumina

  Hai mai sentito il bisogno di una parola che illumina? Un pensiero che consola, una riflessione che guarisce, un messaggio che parla al c...